Come gestire i grandi cambiamenti dei bambini nei loro primi anni di vita
Il cambiamento è un concetto difficile da spiegare, e spesso si vive e si metabolizza senza chiederci “ma io come sto?”. Tutti siamo oggetti e soggetti di cambiamento, trasformazione e modificazione. “Panta rei”, tutto scorre, e farlo appartiene all’istinto di sopravvivenza e di adattamento che da sempre ci appartiene.
Gli esseri umani, già da piccoli piccoli si adattano al contesto che li circonda, percependo cose e creandosi delle idee sul mondo.
Insomma in qualche modo imparano a sopravvivere ma, non per questo, va sottovalutato lo stress a cui questo spesso porta.
Proviamo a pensare al cambiamento da adulti: un lavoro nuovo, una nuova relazione, una nuova casa. Sono tutti elementi che spesso portano fatica e forte emotività che dobbiamo gestire e che richiedono un tempo di elaborazione.
I bambini da 0 a 3 anni sono soggetti a moltissimi cambiamenti, vissuti come vere e proprie scoperte. Proprio per questo il ruolo di noi adulti è di accompagnarli e affiancarli in quelli che sono i momenti più importanti, senza che ciò diventi eccessivamente faticoso per loro.
Elencherò tre dei principali cambiamenti che i bambini vivono tra gli 0 e i 3 anni per darvi qualche suggerimento per accompagnarli in questi passaggi importanti.
I PRIMI PASSI
E' importante per il bambino essere sostenuti ed incentivati nei suoi primi passi dalle figure per lui di riferimento. Cosa succede?
Il bambino crescendo comincia ad imparare a tirarsi su e a camminare, questo gli servirà per esplorare e diventare autonomo. All’inizio sarà faticoso tirarsi su, bisogna lavorare con i muscoli, ma giorno dopo giorno sarà sempre più bello
scoprire ed esplorare cose che a gattoni era difficile vedere.
Come sostenere questo passaggio?
È importante che i genitori, o chi sta attorno a lui in quel momento, lo aiutino a sostenersi per aiutarlo piano piano a staccare la mano prendendo coraggio. La cosa fondamentale in questo è stargli accanto, o dietro, per tutelarlo da possibili pericoli. IMPORTANTE: l’esperienza di cadere per poi rialzarsi è un passaggio
importante per loro, quindi incoraggiamoli in questo.
A cosa fare attenzione
La cosa da evitare è tirarlo su con forza per imporgli di camminare. Ogni bambino ha dei tempi che è giusto rispettare, ci saranno bambini che inizieranno subito e altri che se la prenderanno comoda, ma intorno al primo anno si comincia.
L’altra cosa fondamentale è non tirarlo su subito quando si siede. Questo gesto, seppur fatto con le migliori intenzioni, rischia di non permettergli un buono sviluppo delle gambe (i bambini hanno bisogno di imparare a piegarle per
tirarsi su) e di ridurre il senso di autoefficacia sostituendosi a lui. Insomma, anche noi grandi dobbiamo trovare equilibrio.
ALLA SCOPERTA DEL CIUCCIO E COME TOGLIERLO
Non rischiamo di far diventare il ciuccio un sostituto della madre o delle figure per lui di riferimento.
Un vizio?
Dipende. Il ciuccio, replicando in qualche modo la suzione del seno materno, aiuta il bambino a tranquillizzarsi, soprattutto durante i primi mesi. Per vizio si intende un’abitudine radicata, che a lungo andare può diventare inefficace.
Darlo ad ogni pianto, senza approfondirne il motivo, rischia di sostituire quello che è un bisogno sano di rassicurazione del piccolo diventando un sostituto della mamma e i bambini, non vogliono farne a meno!
È importante perciò riconoscere il bisogno reale con sistemi alternativi di consolazione, come offrirgli il seno materno (se ne si ha la possibilità/voglia), prenderlo in braccio, avvolgerlo in una copertina o in un abbraccio, cantargli una ninnananna.
Quando toglierlo?
Solitamente il ciuccio viene abbandonato verso i due-tre anni di vita, man mano che il piccolo acquista fiducia, ma è impossibile stabilire un momento ideale per smettere di succhiare.
Il momento dell’addio al ciuccio può diventare difficoltoso quando il bimbo è abituato ad usarlo soventemente.
Come toglierlo?
Anche in questo caso è opportuno accompagnare il bambino verso una graduale separazione, riducendo i tempi di utilizzo. Potete cominciare con il consentire al bambino il succhiotto solo in casa per poi restringere i momenti in cui può
usarlo. I bambini, è anche noi adulti, hanno bisogno di essere preparati all’idea per assorbire meglio il cambiamento. Usando le parole giuste, un tono calmo e rassicurante. Potete anche associare a questo una favola o vivere il momento come una magia, magari legando il succhiotto con un fiocco e appoggiarlo su un balcone, in modo che la fatina possa consegnarlo ai bambini più piccoli che ne sentono la necessità.
Da evitare:
Informate vostro figlio del cambiamento evitandola minaccia.
Espressioni colpevolizzanti e paragoni con altri bambini. Il rischio è di metterlo in difficoltà facendolo sentire profondamente inadeguato quando in realtà, abbandonare il ciuccio, è un momento davvero difficile. Sono da evitare anche atteggiamenti di rabbia e aggressività forzata come lanciarlo dalla finestra o nasconderlo senza dirgli nulla nella speranza che se ne dimentichi. In questo caso lo stress aumenterebbe notevolmente e il risultato sarebbe probabilmente opposto.
DAL PANNOLINO ALLA MUTANDA
Il periodo migliore per favorire il passaggio dal pannolino, al vasino al gabinetto è l'estate
Tempi
Tra il 2° e il 3° anno di vita è il momento adatto, ma come per i primi passi, anche qui è molto soggettivo.
Bambini che lo tolgono a tre anni e mezzo non sono meno capaci di chi lo toglie prima.
Il periodo migliore è l’estate, in quanto in questa stagione è più facile gestire gli inghippi che questo comporta.
Cominciate quando ci sono le condizioni migliori per farlo: il bambino è sereno, il contesto attorno anche e quando anche i suoi compagni stanno affrontando lo stesso periodo, in modo da condividere con loro questo successo.
Modalità consigliate
È importante un clima sereno e avere tempo a disposizione, tranquillità e pazienza. Si può cominciare a preparare il bambino al cambiamento dandogli dei momenti specifici per usare il vasino, come ad esempio prima della nanna, la sera o dopo pranzo. In questo modo comincerà ad abituarsi diventando poi un meccanismo spontaneo. A questo si può dare un ritmo ed una ritualità, proprio perché i bambini hanno bisogno di ripetere per apprendere e automatizzare.
Si può anche iniziare facendolo sedere ancora con il pannolino, per permettergli di osservare il cambiamento a piccole dosi.
Nel momento della pipì inoltre ci si può anche divertire inventando storie o insegnando al bambino tutti i passaggi necessari: fargli togliere il pannolino da solo, prendersi la carta igienica, tirare l’acqua, ecc. Sono piccole azioni che lo aiuteranno a sentirsi più grande e in qualche modo responsabile.
Una volta imparato a fare la pipì si potrà passare alla cacca, ed essendo lo stimolo e la fatica diversi, sarà fisiologica un po' di ribellione e paura nel farlo. Anche in questo caso bisogna avere pazienza.
Permettete al vostro piccolo di essere comodo con un appoggio sotto ai suoi piedi cosicché possa riuscire a spingere. Se desidera la vostra compagnia mentre “crea” accontentatelo senza mettergli fretta.
Se si mostra spaventato rassicuratelo stando vicino a lui oppure fornendogli un vasino più piccolo in modo che non si senta troppo distante da voi. Ogni esperienza nuova spaventa, quindi è normale che alcuni bimbi si sentano a disagio. Nel passaggio dal pannolino alla mutandina è possibile usufruire di pannolini a mutanda, che trovo davvero una bella scoperta.
Nel loro essere elastici, si abbassano e alzano comodamente permettendo al bambino di automatizzarne il meccanismo.
IMPORTANTE: All’inizio vestite vostro figlio con cose di poco valore e viaggiate con diversi cambi, pipì e cacche addosso sono fisiologiche.
Frasi da evitare
“Hai fatto la pipì a letto sei cattivo!!”
“Hai fatto la cacca addosso?
"Adesso mamma non ti vuole più bene”
“Sei stupido!
Potevi dirmelo che ti scappava”
Logorano il bambino e portano l’adulto ad un atteggiamento di terrorismo, colpevolizzante e autoritario. È importante anche evitare l’ambivalenza togliendo e rimettendo il pannolino a seconda del
momento e della necessità. Questo porta nel bambino confusione e frustrazione. Dal momento in cui si decide, si va avanti, mettendo in conto pipì e pupù improvvise. Non distraetelo con un display, è importante che in questa fase il bambino impari a conoscere e riconoscere i suoi stimoli per riuscire a gestirli e a controllarli. Un atteggiamento frettoloso e impaziente aumenta il rischio di ansia. Facce disgustate di fronte al bagnato del bambino che non è riuscito a contenersi rischiando di essere vissute dal bambino come messaggi del tipo “non sono piacevole/gradito”.
Così come noi adulti, anche i bambini affrontano diversi cambiamenti importanti nella loro giovane vita e, affrontarli contemporaneamente può portarli a vivere uno stress acuto. Per questo motivo è consigliabile vivere un cambiamento per volta, in modo che il bambino possa abituarsi giorno dopo giorno alla nuova quotidianità.
Per questo motivo sconsiglio di togliere il pannolino e il ciuccio nello stesso periodo, ogni cambiamento comporta una crisi perciò, cambiamo con consapevolezza.
Gli esseri umani, già da piccoli piccoli si adattano al contesto che li circonda, percependo cose e creandosi delle idee sul mondo.
Insomma in qualche modo imparano a sopravvivere ma, non per questo, va sottovalutato lo stress a cui questo spesso porta.
Proviamo a pensare al cambiamento da adulti: un lavoro nuovo, una nuova relazione, una nuova casa. Sono tutti elementi che spesso portano fatica e forte emotività che dobbiamo gestire e che richiedono un tempo di elaborazione.
I bambini da 0 a 3 anni sono soggetti a moltissimi cambiamenti, vissuti come vere e proprie scoperte. Proprio per questo il ruolo di noi adulti è di accompagnarli e affiancarli in quelli che sono i momenti più importanti, senza che ciò diventi eccessivamente faticoso per loro.
Elencherò tre dei principali cambiamenti che i bambini vivono tra gli 0 e i 3 anni per darvi qualche suggerimento per accompagnarli in questi passaggi importanti.
I PRIMI PASSI
E' importante per il bambino essere sostenuti ed incentivati nei suoi primi passi dalle figure per lui di riferimento. Cosa succede?
Il bambino crescendo comincia ad imparare a tirarsi su e a camminare, questo gli servirà per esplorare e diventare autonomo. All’inizio sarà faticoso tirarsi su, bisogna lavorare con i muscoli, ma giorno dopo giorno sarà sempre più bello
scoprire ed esplorare cose che a gattoni era difficile vedere.
Come sostenere questo passaggio?
È importante che i genitori, o chi sta attorno a lui in quel momento, lo aiutino a sostenersi per aiutarlo piano piano a staccare la mano prendendo coraggio. La cosa fondamentale in questo è stargli accanto, o dietro, per tutelarlo da possibili pericoli. IMPORTANTE: l’esperienza di cadere per poi rialzarsi è un passaggio
importante per loro, quindi incoraggiamoli in questo.
A cosa fare attenzione
La cosa da evitare è tirarlo su con forza per imporgli di camminare. Ogni bambino ha dei tempi che è giusto rispettare, ci saranno bambini che inizieranno subito e altri che se la prenderanno comoda, ma intorno al primo anno si comincia.
L’altra cosa fondamentale è non tirarlo su subito quando si siede. Questo gesto, seppur fatto con le migliori intenzioni, rischia di non permettergli un buono sviluppo delle gambe (i bambini hanno bisogno di imparare a piegarle per
tirarsi su) e di ridurre il senso di autoefficacia sostituendosi a lui. Insomma, anche noi grandi dobbiamo trovare equilibrio.
ALLA SCOPERTA DEL CIUCCIO E COME TOGLIERLO
Non rischiamo di far diventare il ciuccio un sostituto della madre o delle figure per lui di riferimento.
Un vizio?
Dipende. Il ciuccio, replicando in qualche modo la suzione del seno materno, aiuta il bambino a tranquillizzarsi, soprattutto durante i primi mesi. Per vizio si intende un’abitudine radicata, che a lungo andare può diventare inefficace.
Darlo ad ogni pianto, senza approfondirne il motivo, rischia di sostituire quello che è un bisogno sano di rassicurazione del piccolo diventando un sostituto della mamma e i bambini, non vogliono farne a meno!
È importante perciò riconoscere il bisogno reale con sistemi alternativi di consolazione, come offrirgli il seno materno (se ne si ha la possibilità/voglia), prenderlo in braccio, avvolgerlo in una copertina o in un abbraccio, cantargli una ninnananna.
Quando toglierlo?
Solitamente il ciuccio viene abbandonato verso i due-tre anni di vita, man mano che il piccolo acquista fiducia, ma è impossibile stabilire un momento ideale per smettere di succhiare.
Il momento dell’addio al ciuccio può diventare difficoltoso quando il bimbo è abituato ad usarlo soventemente.
Come toglierlo?
Anche in questo caso è opportuno accompagnare il bambino verso una graduale separazione, riducendo i tempi di utilizzo. Potete cominciare con il consentire al bambino il succhiotto solo in casa per poi restringere i momenti in cui può
usarlo. I bambini, è anche noi adulti, hanno bisogno di essere preparati all’idea per assorbire meglio il cambiamento. Usando le parole giuste, un tono calmo e rassicurante. Potete anche associare a questo una favola o vivere il momento come una magia, magari legando il succhiotto con un fiocco e appoggiarlo su un balcone, in modo che la fatina possa consegnarlo ai bambini più piccoli che ne sentono la necessità.
Da evitare:
Informate vostro figlio del cambiamento evitandola minaccia.
Espressioni colpevolizzanti e paragoni con altri bambini. Il rischio è di metterlo in difficoltà facendolo sentire profondamente inadeguato quando in realtà, abbandonare il ciuccio, è un momento davvero difficile. Sono da evitare anche atteggiamenti di rabbia e aggressività forzata come lanciarlo dalla finestra o nasconderlo senza dirgli nulla nella speranza che se ne dimentichi. In questo caso lo stress aumenterebbe notevolmente e il risultato sarebbe probabilmente opposto.
DAL PANNOLINO ALLA MUTANDA
Il periodo migliore per favorire il passaggio dal pannolino, al vasino al gabinetto è l'estate
Tempi
Tra il 2° e il 3° anno di vita è il momento adatto, ma come per i primi passi, anche qui è molto soggettivo.
Bambini che lo tolgono a tre anni e mezzo non sono meno capaci di chi lo toglie prima.
Il periodo migliore è l’estate, in quanto in questa stagione è più facile gestire gli inghippi che questo comporta.
Cominciate quando ci sono le condizioni migliori per farlo: il bambino è sereno, il contesto attorno anche e quando anche i suoi compagni stanno affrontando lo stesso periodo, in modo da condividere con loro questo successo.
Modalità consigliate
È importante un clima sereno e avere tempo a disposizione, tranquillità e pazienza. Si può cominciare a preparare il bambino al cambiamento dandogli dei momenti specifici per usare il vasino, come ad esempio prima della nanna, la sera o dopo pranzo. In questo modo comincerà ad abituarsi diventando poi un meccanismo spontaneo. A questo si può dare un ritmo ed una ritualità, proprio perché i bambini hanno bisogno di ripetere per apprendere e automatizzare.
Si può anche iniziare facendolo sedere ancora con il pannolino, per permettergli di osservare il cambiamento a piccole dosi.
Nel momento della pipì inoltre ci si può anche divertire inventando storie o insegnando al bambino tutti i passaggi necessari: fargli togliere il pannolino da solo, prendersi la carta igienica, tirare l’acqua, ecc. Sono piccole azioni che lo aiuteranno a sentirsi più grande e in qualche modo responsabile.
Una volta imparato a fare la pipì si potrà passare alla cacca, ed essendo lo stimolo e la fatica diversi, sarà fisiologica un po' di ribellione e paura nel farlo. Anche in questo caso bisogna avere pazienza.
Permettete al vostro piccolo di essere comodo con un appoggio sotto ai suoi piedi cosicché possa riuscire a spingere. Se desidera la vostra compagnia mentre “crea” accontentatelo senza mettergli fretta.
Se si mostra spaventato rassicuratelo stando vicino a lui oppure fornendogli un vasino più piccolo in modo che non si senta troppo distante da voi. Ogni esperienza nuova spaventa, quindi è normale che alcuni bimbi si sentano a disagio. Nel passaggio dal pannolino alla mutandina è possibile usufruire di pannolini a mutanda, che trovo davvero una bella scoperta.
Nel loro essere elastici, si abbassano e alzano comodamente permettendo al bambino di automatizzarne il meccanismo.
IMPORTANTE: All’inizio vestite vostro figlio con cose di poco valore e viaggiate con diversi cambi, pipì e cacche addosso sono fisiologiche.
Frasi da evitare
“Hai fatto la pipì a letto sei cattivo!!”
“Hai fatto la cacca addosso?
"Adesso mamma non ti vuole più bene”
“Sei stupido!
Potevi dirmelo che ti scappava”
Logorano il bambino e portano l’adulto ad un atteggiamento di terrorismo, colpevolizzante e autoritario. È importante anche evitare l’ambivalenza togliendo e rimettendo il pannolino a seconda del
momento e della necessità. Questo porta nel bambino confusione e frustrazione. Dal momento in cui si decide, si va avanti, mettendo in conto pipì e pupù improvvise. Non distraetelo con un display, è importante che in questa fase il bambino impari a conoscere e riconoscere i suoi stimoli per riuscire a gestirli e a controllarli. Un atteggiamento frettoloso e impaziente aumenta il rischio di ansia. Facce disgustate di fronte al bagnato del bambino che non è riuscito a contenersi rischiando di essere vissute dal bambino come messaggi del tipo “non sono piacevole/gradito”.
Così come noi adulti, anche i bambini affrontano diversi cambiamenti importanti nella loro giovane vita e, affrontarli contemporaneamente può portarli a vivere uno stress acuto. Per questo motivo è consigliabile vivere un cambiamento per volta, in modo che il bambino possa abituarsi giorno dopo giorno alla nuova quotidianità.
Per questo motivo sconsiglio di togliere il pannolino e il ciuccio nello stesso periodo, ogni cambiamento comporta una crisi perciò, cambiamo con consapevolezza.
Dott.ssa Antinoro Anna
Psicologa - Psicoterapeuta Analitico Transazionale
Esperta DSA, infanzia, adolescenza – Formatrice
Psicologa - Psicoterapeuta Analitico Transazionale
Esperta DSA, infanzia, adolescenza – Formatrice
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