Facciamo chiarezza parlando dello psicologo e del suo ruolo.
Nella vita il cambiamento fa parte del naturale svolgimento degli eventi.
La crescita di per sè è una trasformazione e a volte può diventare qualcosa di più rilevante.
L'adolescenza ad esempio, nonostante faccia parte dello sviluppo di ognuno, è un momento molto delicato. Così accade anche in un cambio di lavoro o nella nascita di un bambino, in cui gli equilibri vengono trasformati.
Il cambiamento è fondamentalmente una crisi e grazie ad una buona resilienza l'individuo può affrontarlo e superarlo.
Quando ciò non accade lo psicologo collabora attivamente con la persona per aiutarla a comprendere ciò che sta accadendo.
Iniziare un percorso psicologico vuol dire costruire i presupposti per raggiungere le consapevolezze di cui l'individuo ha bisogno, per far fronte alle difficoltà che sta attraversando.
La crescita di per sè è una trasformazione e a volte può diventare qualcosa di più rilevante.
L'adolescenza ad esempio, nonostante faccia parte dello sviluppo di ognuno, è un momento molto delicato. Così accade anche in un cambio di lavoro o nella nascita di un bambino, in cui gli equilibri vengono trasformati.
Il cambiamento è fondamentalmente una crisi e grazie ad una buona resilienza l'individuo può affrontarlo e superarlo.
Quando ciò non accade lo psicologo collabora attivamente con la persona per aiutarla a comprendere ciò che sta accadendo.
Iniziare un percorso psicologico vuol dire costruire i presupposti per raggiungere le consapevolezze di cui l'individuo ha bisogno, per far fronte alle difficoltà che sta attraversando.
Quando chiedere una consulenza allo psicologo?
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Di fronte ad una questione delicata da affrontare (una separazione, un cambiamento di lavoro, un lutto) possono attivarsi una serie di emozioni a cui può essere difficile dare un nome.
Può esserci la paura nel far fronte ad una situazione nuova; La rabbia quando gli eventi non vanno come si era previsto; La tristezza, con qualcosa che accade improvvisamente e che porta ad una perdita. Sottovalutare ciò che accade rischia di accumulare vissuti che, con il passare del tempo, possono ri-emergere sotto altre forme. Si parla ad esempio di attacchi di panico, disturbi corporei (gastriti), depressione, disturbi dell’umore, ecc. In questi casi è opportuno richiedere una consulenza ad uno psicologo. |
Chi è lo psicologo? |
Lo psicologo è un professionista che esercita nel campo della salute mentale e che accompagna le persone in un momento di malessere temporaneo o persistente mettendo a disposizione la sua competenza.
Lo psicologo deve aver fatto un percorso universitario professionalizzante di 5 anni e aver svolto e superato un Esame di Stato che lo ritiene idoneo ad esercitare la professione. Una volta contattato il professionista è opportuno fare una verifica della sua presenza all'interno dell'Albo regionale di riferimento. |
Cosa fa lo psicologo?
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Nei primi colloqui sono raccolte informazioni sulla storia di vita del cliente e i dati necessari che servono al professionista per proporre un piano di trattamento legato al bisogno dell'individuo. Essendo una relazione a due, in questi incontri anche il cliente conosce l'approccio dello psicologo e valuta la possibilità di iniziare un percorso.
Una volta conosciuti viene stabilito un obiettivo di lavoro mediante la formulazione di un contratto tra le parti definito come: “un esplicito (in quanto dichiarato) impegno bilaterale (da parte di entrambi) per un ben definito corso d’azione (verso una direzione)”.. |
Quali strumenti usa?
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Lo strumento principale è la relazione. La relazione vissuta in un setting psicologico può portare ad un importante fattore di cambiamento che può agire sullo stile di attaccamento e di comunicazione.
Lo psicologo può usare diverse tecniche e modalità di intervento a seconda dell’approccio e degli strumenti scelti (arte, musica, respirazione, ecc). Solitamente gli strumenti usati dal professionista vengono citati nel consenso informato che sarà firmato nel primo colloquio. Oltre che per informare, il documento serve per acconsentire l’uso dei dati personali e per garantirne il segreto professionale. Sulle regole che un professionista è tenuto a seguire è presente un preciso e dettagliato Codice Deontologico degli Psicologi Italiani. |
Ogni quanto si va dallo psicologo?
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Solitamente è preferibile una seduta la settimana per mantenere la continuità del lavoro svolto. In caso di impedimenti personali è possibile concordare una frequenza quindicinale valutandone gli obiettivi raggiungibili. Per casi di emergenza è possibile un aumento della frequenza. In fasi di miglioramento si può concordare di ridurre la frequenza ad una volta ogni 15 giorni per poi avviarsi alla chiusura. Per consulenze di coppia o familiari la frequenza è solitamente quindicinale.
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Quanto dura un percorso psicologico?
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Non è possibile prevedere con esattezza la durata di un percorso psicologico in quanto dipende dalla domanda portata dal cliente e dall'obiettivo che vuole perseguire.
Durante un percorso inoltre possono accadere eventi su cui è importante soffermarsi che possono portare ad allungare il percorso. Dal momento in cui accade il professionista e il cliente si confrontano e scelgono insieme se e come riformulare l'obiettivo stabilito inizialmente. |
Si può interrompere?
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Il cliente può interrompere il percorso in qualsiasi momento.
Si accorda nel contratto di lavoro la modalità in cui questo avviene. Solitamente dal momento della comunicazione, è preferibile svolgere un ultimo incontro per parlare insieme dell'accaduto e dei motivi che portano alla conclusione del percorso in maniera pacifica. |