"non ci amiamo più ma abbiamo un bambino". separarsi consapevolmente sapendo I rischi nello stare insieme "per i figli".
“Stiamo insieme per i figli”, una frase ricorrente e comune a molte storie. Un amore giunto al termine combattuto tra lasciare il partner o resistere ad una situazione che sembra essere arrivata al capolinea.
L’amore è diverso dall’innamoramento, è qualcosa che non porta le farfalle nello stomaco o la tachicardia come i primi tempi.
L’amore è qualcosa che faticosamente viene costruito ogni giorno, fatto anche di discussioni (purché siano costruttive) che portino ad una crescita nella coppia e nella famiglia.
Ogni crisi corrisponde ad un cambiamento ma accade che dietro l’amore, quello romantico per intenderci, ci siano aspettative basate sull’idea del “saremo per sempre felici” come incisione sulla roccia, illuminata da un sogno di una vita.
L’amore di tutti i giorni però deve fare i conti anche con l'imprevedibilità, fatta di alti e bassi, e l’impegno richiesto non riesce ad essere sempre così costante. L’ideale costruito naufraga e si allontana dal porto sicuro immaginato fino a perdere di vista l’orizzonte. Senza punti di riferimento, il senso di smarrimento aumenta
e la situazione a volte precipita.
A questo punto la coppia entra in una crisi che dice “non è più come prima” o “non è più lo stesso”, in un gioco di accuse e colpe reciproche in cui si responsabilizza l’altro di essere cambiato.
Sullo stesso gioco del “lo faccio per te” si prendono scelte importanti, come quella di stare in una situazione che porta frustrazione e spesso insoddisfazione. Ma esiste davvero una scelta giusta? E quando ci sono i figli, cosa è opportuno fare? A questa domanda non esiste una risposta certa ma desidero condividere delle riflessioni.
I rischi di fare una scelta "per i figli".
In conclusione, curandovi di voi e delle vostre scelte, regalerete ai vostri figli un permesso fondamentale.. quello di essere felici.
E se al posto di concludere con un “ vissero per sempre felici e contenti” concludessimo semplicemente con un “vissero felici e contenti”?
L’amore è diverso dall’innamoramento, è qualcosa che non porta le farfalle nello stomaco o la tachicardia come i primi tempi.
L’amore è qualcosa che faticosamente viene costruito ogni giorno, fatto anche di discussioni (purché siano costruttive) che portino ad una crescita nella coppia e nella famiglia.
Ogni crisi corrisponde ad un cambiamento ma accade che dietro l’amore, quello romantico per intenderci, ci siano aspettative basate sull’idea del “saremo per sempre felici” come incisione sulla roccia, illuminata da un sogno di una vita.
L’amore di tutti i giorni però deve fare i conti anche con l'imprevedibilità, fatta di alti e bassi, e l’impegno richiesto non riesce ad essere sempre così costante. L’ideale costruito naufraga e si allontana dal porto sicuro immaginato fino a perdere di vista l’orizzonte. Senza punti di riferimento, il senso di smarrimento aumenta
e la situazione a volte precipita.
A questo punto la coppia entra in una crisi che dice “non è più come prima” o “non è più lo stesso”, in un gioco di accuse e colpe reciproche in cui si responsabilizza l’altro di essere cambiato.
Sullo stesso gioco del “lo faccio per te” si prendono scelte importanti, come quella di stare in una situazione che porta frustrazione e spesso insoddisfazione. Ma esiste davvero una scelta giusta? E quando ci sono i figli, cosa è opportuno fare? A questa domanda non esiste una risposta certa ma desidero condividere delle riflessioni.
I rischi di fare una scelta "per i figli".
- Responsabilizzarli di una cosa che non hanno chiesto: i figli sono felici quando i genitori stanno insieme con amore e rispetto. Se ciò non avviene è meno doloroso per loro vederli separati ma felici. Questo perché un ambiente conflittuale e infelice porta ad una situazione costantemente sofferente in cui, come una goccia sulla roccia, qualcosa si corrode lentamente. Cosa vorrebbero? Non saprei ma, voi cosa preferite?
- Dare un’idea conflittuale della coppia e dell’amore: Ricordiamoci che i figli imparano da mamma e papà il modello di uomo, donna e di coppia. Quando in una coppia mancano i presupposti per una relazione funzionale, i bambini che idee si costruiranno della relazione (“stare in coppia è faticoso” “ci si sente soffocati” “piuttosto sto da solo” ecc..) ? Possiamo spiegargli che ciò che inizia a volte può finire. Spesso la paura più grande dietro l’idea della separazione è l’abbandono. Per questo motivo è importante rassicurarlo sul fatto che mamma e papà per lui ci saranno sempre. I bambini hanno bisogno di riferimenti, non di una parvenza di felicità.
- Dare ultimatum alimentando paure grandi: “quando sarai maggiorenne ci separeremo”. Una frase deleteria per il bambino che la sente. Ricordatevi che i bambini credono a tutto ciò che gli viene detto e dando queste scadenze (spesso decennali) penseranno davvero di avere ancora un tempo limitato per avere una famiglia sotto lo stesso tetto. Al posto di minacciarli iniziate a riconoscere a voi stessi il bisogno di tempo, la scelta è probabilmente difficile e faticosa.
- Non negarla: Questo è il primo passo che la coppia, al di là che decida di rimanere insieme o meno, deve fare. Negare di avere una crisi è come nascondere il problema ma in qualche modo, se ne accorgeranno comunque.
- Spiegare ciò che sta succedendo: I bambini, così come i ragazzi, hanno un intuito ben sviluppato. Nonostante le remore degli adulti nello spiegare un conflitto, i figli avvertono quando qualcosa è cambiato. Spiegando loro i fatti li renderete partecipi di una situazione che in qualche modo li coinvolge e avvolge. Se vi è possibile fatelo in coppia, poichè rassicurerà il bambino sul fatto che avete raggiunto un accordo nonostante la separazione. Questo darà inoltre una dose di stabilità anche per ciò che riguarda il vostro ruolo di genitori. Per loro ci sarete sempre, ricordateglielo.
- Informarsi: Spesso dietro alla separazioni ci possono essere fantasmi e fantasie su cambiamenti e crolli economici. Sicuramente qualcosa cambierà, ma la paura di non farcela supera spesso quella del “ce la farò in qualche modo”. Quando vi mancano informazioni, chiedete consulenza ad un avvocato o esperto del settore che possa darvi delle indicazioni concrete su iter e procedimenti. L’obiettivo e non trovarvi a fantasticare su situazioni che rallentano o aggravano una paura che, seppur legittima, non è detto che sia così grande.
- Assumersi la responsabilità: Ad ognuno la sua. E’ più facile dire all’altro “è colpa tua se..” oppure “è tutta colpa mia basta che la smetti”. Ricordatevi che verso i figli la responsabilità è la stessa. Quando una storia finisce bisogna accettarlo anche se può essere doloroso. Ognuno si renda responsabile del proprio benessere e di quello del figlio. Quando giunge la difficoltà ad accettare poi, ne parla la cronaca.
In conclusione, curandovi di voi e delle vostre scelte, regalerete ai vostri figli un permesso fondamentale.. quello di essere felici.
E se al posto di concludere con un “ vissero per sempre felici e contenti” concludessimo semplicemente con un “vissero felici e contenti”?
Dott.ssa Antinoro Anna
Psicologa - Psicoterapeuta Analitico Transazionale
Esperta DSA, infanzia, adolescenza – Formatrice
Psicologa - Psicoterapeuta Analitico Transazionale
Esperta DSA, infanzia, adolescenza – Formatrice